giovedì 4 giugno 2015

Il sale alimentare - veleno industriale/antidoto integrale

Il sale - tratto dal Bioricettario di Pino Zammataro

Negli ultimi decenni nelle società occidentali il sale sembra esser diventato uno dei principali nemici alimentari. E' paradossale che questa stigmatizzazione avvenga proprio in un regime dietetico che si è costruito su prodotti elaborati dall'industria agroalimentare e provenienti in gran parte dal mondo animale, che sbilanciano in favore di un'eccessiva acidità il nostro organismo. In realtà nei secoli il sale è stato uno dei principali alleati del genere umano per la fermentazione dei cibi e la loro conservazione. Il sale rende molto alcalinizzanti le verdure fermentate, il loro consumo, quindi porta a una condizione di maggior resistenza alle aggressioni batteriche, visto che la malattia è causata spesso da un processo di acidificazione dei nostri liquidi corporei. 

La composizione del sale marino integrale varia nelle percentuali secondo la provenienza, ma comprende, almeno in traccie, tutti gli oligoelementi fondamentali per la vita animale sulla terra che, occorre ricordarlo, ebbe origine dalle acque marine. Basta leggere l'etichetta degli integratori alimentari per verificare che gli oligoelementi (calcio, potassio, ferro, stronzio, manganese, rame, vanadio, alluminio, cobalto, nikel, rubidio, cromo, titatanio, tellurio, bismuto, stagno, wolframio, molibdeno, litio) che li componongono sono tutti presenti nel sale marino integrale. Gli stessi minerali sono presenti nel nostro sangue e nei liquidi inter-cellulari: le cellule nuotano in un mare la cui composizione è molto simile a quella degli oceani. Fra i principali minerali che compongono il sale marino integrale abbiamo il sodio, il cloro, il magnesio, lo iodio.
Secondo Georges Ohsawa il sale marino integrale è il primo e miglior antibiotico e anticancerogeno naturale; egli stesso sopravvisse a lattie dichiarate incurabili grazie al sale integrale. Il corpo privato dei sali (attenzione, il sale non deve essere raffinato, ma integrale e chelato) diventa rapidamente fiacco e vede ridursi la porpria attività; il mentale tende alla tristezza e alla depressione, tutte le funzioni metaboliche sono rallentate e la salute più esposta ad attacchi esterni, la personalità perde vigore e diventa più sottomessa. 

Quale sale usare?
La questione é quindi, soprattutto, quale sale usiamo. Il sale comune, raffinato, subisce diversi trattamenti. Evaporata l'acqua salata e seccato al sole, esso viene ridisciolto, filtrato e fatto evaporare artificialmente, quindi ricristallizzato. Durante questo processo, quasi tutti gli elementi naturali vengono distrutti e la struttura chimica del sale alterata. Il risultato è cloruro di sodio quasi puro, un prodotto che violenta le papille gustative e le desensibilizza, obbligandoci ad aumentare le dosi di condimento per apprezzare il gusto dei cibi, con effetti nefasti sull'organismo.

Sale nella dieta onnivora
I cibi più comunemente consumati, quelli provenienti dall'industria alimentare, nascondono grandi quantità di sale di qualità scadente, che viene usato per rendere appetitosi alimenti troppo raffinati per conservare un sapore. Inotre, il consumo alimentare dei paesi civilizzati è basato largamente su prodotti e sottoprodotti del mondo animale, che già contengono dosi relativamente eccessive di sodio. Chi fa uso di questi cibi, dovrebbe ridurre l'assunzione ulteriore di sale, cosa che non accade. Chi consuma con frequenza cibi grassi, formaggi, latte, uova, burro/margarina, tende ad avere depositi di questi grassi nel sistema circolatorio; anche in questo caso l'eccesso di sale, magari di cattiva qualità, può causare gravi danni.

A proposito di ritenzione idrica, invece, bisogna tener presente che una delle funzioni del sale è quella di rendere permeabili ai liquidi le membrane dei vasi sanguigni. Se nel nostro sangue c'è la quantità giusta di sale, l'acqua in eccesso viene assorbita dai tessuti e eventualmente eliminata dia reni. Se gli eccessi alimentari, la cattiva qualità del cibo, la perdita dell'equilibrio ormonale determinano una maggior presenza di sale sia nei tessuti che nel sangue, dai vasi sanguigni esce una maggior quantià d'acqua che non viene tutta riassorbita e diventa causa di gonfiori, edemi, cellulite.


Sale nelle diete vegetariane povere di grassi e assunzione (per CHELAZIONE)
Chi si nutre di prodotti vegetali ha bisogno di sale di buona qualità, visto che il monod vegetale è povero di sodio e privo di cloro, che ci sono indispensabili. Ma la quantità è indivviduale e può variare secondo i giorni, le stagioni e i luoghi; dovremmo diventare capaci di valutare la nostra condizione e dedurne le necessità. Ciò che è davvero importante è la forma in cui viene consumato. Il sale cristallizzato, comune o integrale che sia, ha un impatto violento nell'organismo, a cominciare dalle papille e dall'eccessiva stimolazione del sistema nervoso parasimpatico, che inibisce l'attività di reni, fegato, cuore, milza e di tutti gli organi pieni. Il sale dovrebbe essere sempre assorbito tramite l'alchimia della cucina, in combinazione con l'olio o con le sostanze organiche delle verdure. La chelazione è un processo che si incontra frequentemente in natura, durante il quale i metalli inorganici formano complessi con la materia organica. Tale processo avviene anche in cucina grazie all'azione del fuoco e del tempo, alla pressione o alla fermentazione.
Quindi crauti e insalatini sono ingredienti utili alla nostra dieta, così come i fermentati di soia, miso, shoyu, tamari, le straordinarie prugne umeboshi, il gomasio (sesamo e sale). Tutti sono fonti di sale chelato, quindi sostituti ideali del sale in cristalli e costituiscono dei veri 'integratori alimentari' naturali e degli ottimi rimedi casalinghi per un'infinità di piccoli e grandi malesseri.

Pino Zammataro.